NUOVO NO IMBALLO C'era una volta la guerra virtuale. Giocata su qualsiasi piattaforma, PC o console che fosse, in uno dei due modi canonici. FPS, meglio conosciuto come sparatutto, con il giocatore costretto ad indossare l'infangata tuta mimetica del fantaccino o della “testa di cuoio” di turno, e a combattere in prima persona la sua battaglia, guardando il nemico “nel bianco degli occhi” attraverso il mirino della sua arma individuale. Salva la possibilità, man mano che la tecnologia informatica si evolveva, d'impartire ordini ad un ristretto numero di commilitoni al nostro comando, e di intervallare le cariche con mitra al fianco alla John Rambo con più oculati avvicinamenti stealth e manovre di sorpresa. Oppure RTS, o strategici che dir si voglia (anche se, vista la scala adoperata dalla maggior parte di essi, sarebbe meglio parlare di tattici, e chi vuole sapere la differenza tra i due termini se la vada a leggere altrove, che non è questa la sede). In questo caso, il nostro novello Napoleone, se ne stava sulla sua collina virtuale sormontante il campo di battaglia, ad impartire ordini via mouse alle sue unità di terra, mare e aria, dannandosi per i rovesci della sorte e gioendo in tempo reale delle opportunità, conquistate a discapito di un nemico sempre più agguerrito.
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